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Le cappelle dei Santi

Cappella del Crocifisso

Entrando dalla porta di destra in facciata. subito si incontra la cappella del Crocifisso, nome derivato dall’imponente presenza del prezioso manufatto ligneo che la tradizione indica proveniente da Santa Maria di Castello e solo successivamente esposto alla devozione nell’antico duomo ed ivi collocato in prossimità della porta laterale sinistra; fu poi trasferito nell’attuale Cattedrale dopo essere rimasto per qualche tempo nella sacrestia dell’ex convento di San Marco dei Padri Domenicani. L’opera, di ambito lombardo piemontese, risale alla fine del XV secolo, mentre la lamina di rame che copre la scultura dalla vita in giù, risale al XVIII secolo. Tale intervento si rese necessario per tutelare il prezioso Crocefisso ritenuto miracoloso, dall’abitudine dei fedeli di asportare scaglie lignee per devozione personale. L’opera è collocata alla sommità di una monumentale scala marmorea.

Cappella di San Pio V

La cappella successiva a quella appena descritta, intitolata al pontefice alessandrino San Pio V, ospita la cosiddetta Madonna dell’Uscetto, qui ricollocata dopo che un sapiente restauro, eseguito nel corso del 2005 , ha liberato l’opera delle pesanti ridipinture frutto di secoli di interventi che avevano addirittura falsato le dimensioni, ampliandole rispetto all’impianto originale. Si tratta di una icona raffigurante la Madonna con il Bambino, meglio nota con lo pseudonimo popolare “dell’Uscetto” per via della sua collocazione originaria: nell’antico Duomo infatti, era posta nella cappella vicina alla piccola porta laterale sinistra, intitolata a San Silvestro e di patronato della famiglia Baschiatis. Anche nella Cattedrale ora scomparsa, quella cappella era meglio nota per quella sua porticina che si apriva sulla pubblica via e che gli alessandrini definirono molto semplicemente dell’Uscetto”.

Con questo nome infatti, è registrata l’icona nelle cronache delle Visite pastorali; da quella in cui l’opera viene menzionata per la prima volta, compiuta da mons. Gerolamo Confalonieri nel 1594, a quella del vescovo De Rossi nel 1760, in cui viene minuziosamente descritta la decorazione di tutta la cappella nella quale il dipinto, caro alla tradizione, era collocato. L’origine dell’opera è avvolta da un alone di mistero, non si conosce infatti con esattezza la provenienza: la tradizione, dal Ghilini al Chenna e fino a monsignor Amato che fu per molti anni parroco del Duomo, la dicono abbandonata in Cattedrale da uno sconosciuto nel 1542 e da allora oggetto di profonda devozione popolare. In assenza di informazioni che possono costituire un utile punto di riferimento, la datazione proposta, sulla base delle caratteristiche formali del dipinto risale al secolo XIV, come prodotto di botteghe provinciali bizantine, anche se non possiamo escludere che si tratti di una elaborazione ad opera di una bottega veneziana, sul modello iconografico della Glykophilousa, cioè della Madre affettuosa, caratterizzato dall’atteggiamento di tenerezza che legano Madre e Figlio, rappresentati guancia a guancia, a sottolineare il rapporto di intimità che li unisce indissolubilmente. A completamento della cappella, sopra la tavola della Vergine col Bambino, è collocata un’importante tela raffigurante il Santo Pontefice alessandrino Pio V, ad opera di Francesco Mensi, datato l828 che poi lo ritoccò nel 1878.

Cappella della Beata Teresa Grillo Michel

Proseguendo il nostro percorso incontriamo la cappella ora dedicata alla beata Teresa Grillo Michel, alessandrina, che precedentemente era legata alla devozione per San Giovanni Nepomuceno, dove trova posto uno splendido altare settecentesco in nero di Como con intarsi di marmi policromi, opera di marmorario lombardo, entro la cui cornice superiore è inserita una ben più recente raffigurazione della beata Teresa Grillo Michel.

Cappella di San Giuseppe

Di fronte alla cappella della Madonna della Salve si trova la cappella di San Giuseppe dove, entro un’ampia nicchia, campeggia l’imponente statua in marmo bianco di San Giuseppe con Gesù Bambino, opera dello scultore genovese Giacomo Filippo Parodi, eseguita tra il 1702 e il 1703. La delicatezza dei panneggi mossi dal vivace sgambettare del Bambino che con il suo movimento invade lo spazio circostante, rendono appieno la perizia plastica e scultorea di questo maestro.

Cappella di San Baudolino

Nella cappella di San Baudolino troviamo un altare marmoreo settecentesco del quale non conosciamo l’esatta provenienza, anche se si può ipotizzare che originariamente fosse collocato in una cappella dedicata a San Sebastiano, constatabile dal tondo con il bassorilievo in cui è raffigurato il Santo inserito sotto la mensa dell’altare. Sopra, chiusa da una grata metallica, una nicchia ospita due casse contenenti le reliquie di San Valerio e San Baudolino, quest’ultimo è chiaramente distinguibile poiché  i decori dell’urna recano la raffigurazione di tre oche, che del Santo sono l’attributo iconografico.

Cappella della Madonna del Rosario

Proseguendo il nostro itinerario eccoci dinanzi alla cappella della Madonna del Rosario, la cui rappresentazione lignea è organicamente inserita in una nicchia intorno alla quale trovano posto quindici tavolette con la rappresentazione degli altrettanti misteri del Rosario. L’altare, un vero capolavoro, è stato realizzato da un marmorario lombardo del Settecento, e proveniente dall’antica Cattedrale, dove costituiva l’importante arredo liturgico della Beata Vergine della Salve.

Cappella della Madonna Immacolata

L’altare della Madonna Immacolata: si tratta di un raffinato manufatto in marmo bianco di Carrara, con finissimi intarsi policromi che rendono un impatto visivo assai gradevole; opera di marmorario genovese, nell’antico duomo costituiva l’altare maggiore. L’esecuzione del pregiato altare fu finanziata con i fondi del lascito di Alberto Mugiasca, vescovo di Alessandria tra il 1680 e il 1694, il cui stemma occupava un adeguato spazio lateralmente rispetto alla mensa. Consacrato il 31 ottobre 1695, dal vescovo Carlo Ottavio Guasco successore del Mugiasca, occupò il presbiterio dell’antico duomo fino alla sua demolizione, alla quale riuscì a scampare solo grazie alla volontà degli alessandrini di salvare tutto ciò che poteva essere trasportato in altro luogo. 

Liturgia | L’intercessione dei santi

Le cappelle laterali della cattedrale sono luoghi di grande bellezza e devozione, dedicate a vari santi e aspetti della fede. Ogni cappella rappresenta una particolare devozione o un momento della storia della comunità cristiana. Entrando nelle cappelle, i fedeli possono scoprire le storie e le virtù dei santi che hanno lasciato un segno nella vita della Chiesa e che continuano a essere un esempio di fede e santità per tutti.

La presenza delle immagini e dei simboli all’interno delle cappelle ci ricorda che la santità è una chiamata universale e che ognuno di noi è chiamato a seguire Cristo secondo il proprio cammino e vocazione. Le cappelle dei santi sono quindi spazi in cui i fedeli possono fermarsi a pregare, a chiedere l’intercessione dei santi e a trovare ispirazione per la propria vita.