Il campanile per la convocazione
Arte | Il secondo più alto d’Italia
Nella seconda metà dell’800 si crearono le condizioni per edificare una costruzione esemplare, che rispecchiasse i nuovi intenti e le prospettive dell’epoca che si stava aprendo, soprattutto grazie all’avvio di ricerche tecnologiche innovative. I restauri della Cattedrale, effettuati tra il 1875 e il 1893, su incarico affidato all’architetto Arborio Mella, sono stati considerati l’evento determinante per predisporre la costruzione di un nuovo campanile. Quando, infatti, la chiesa di S. Marco fu concessa per la nuova Cattedrale era dotata di un campanile a guglia piramidale, posto tra il presbiterio e la sacrestia, dietro la cappella di S. Domenico. Questo campanile, però, non ebbe molta fortuna e fu colpito da un fulmine nel 1817. Il Municipio decise, a sue spese, di ristrutturarlo e di farlo rialzare di 37,65 metri nello stesso anno. Il campanile fu abbattuto nel 1876 per formare l’ambulacro dietro al coro della nuova Cattedrale, secondo il progetto di restauro stabilito dal Mella. Ne resta una piccola costola di mattoni, che testimoniano l’antica collocazione. Nel 1882-88 fu convocata una Commissione per la costruzione del campanile. Si stabilirono i membri della Commissione tecnica composta da mons. Can. Arciprete, il mons. Teol. Salvatore Vescovi, il vac. Ing. Bistolfi, l’ing. Buffa e il geom. Vescovi, il cav. Battano e quale segretario Borgogno. Il progetto fu affidato a Giuseppe Antonio Boidi, architetto ed ingegnere. Nei documenti si cita il disegno dell’ing. Cav. Giuseppe Antonio Boidi, che nell’autunno del 1889 cominciò l’operazione di “gettare le fondamenta”. All’inizio del 1900, a causa della scarsa disponibilità di fondi, si sospesero i lavori del campanile. L’edificio si trovava eretto fino all’altezza di 75 metri e rimase mozzo alla base della guglia per altri 21 anni, fino al 1922, con una copertura provvisoria a pianta ottagonale. Boidi nel 1903 afferma che la guglia era prevista con una struttura portante in ferro e divisa in tre piani, con alcuni abbaini e terminata con una bella galleria a ballatoio. Ai piedi della Croce si intendeva sistemare lo Stemma del Capitolo. Tra la cella campanaria e la base della guglia era stata preventivata una camera, in cui sistemare la catena con la funzione di sostegno di una scala a chiocciola collegata alla struttura portante della guglia. Nella primavera del 1922 per generosità del Comm. Guido Perego e consorte, e grazie ad altre donazioni da parte dei fedeli, si procedette alla terza ripresa dei lavori, con l’esecuzione della cuspide piramidale. La guglia, alta otto metri, con un peso di otto quintali, realizzata in ferro, porta le chiavi e la tiara pontificia. Prima del Natale 2004 è stato realizzato l’impianto di illuminazione esterna del campanile. Esso, dall’alto dei suoi 106 metri di altezza è il secondo d’Italia, dopo il Torrazzo di Cremona.
Liturgia | Raggiungere anche chi è lontano dalla chiesa
Il campanile della cattedrale è uno degli elementi più caratteristici e significativi del complesso architettonico. Fin dai tempi antichi, il suono delle campane ha svolto un ruolo fondamentale nel radunare la comunità cristiana, chiamandola a raccolta per la preghiera, la celebrazione dei sacramenti e i momenti importanti della vita liturgica. Le campane, con il loro suono potente e distintivo, hanno accompagnato la vita quotidiana della città, scandendo i momenti di gioia e di dolore, di festa e di lutto, e richiamando i fedeli a volgere lo sguardo verso Dio.
Il campanile, quindi, non è soltanto una struttura architettonica imponente, ma un simbolo visibile della presenza di Dio in mezzo al suo popolo. La sua funzione va oltre quella di una semplice torre: è un segno che richiama l’unità della comunità cristiana e la sua vocazione a riunirsi per celebrare la propria fede. Il suono delle campane rappresenta l’assemblea del popolo di Dio, l’“ekklesia”, termine greco da cui deriva la parola “chiesa”, che significa appunto “convocazione”. In questo senso, il campanile diventa il simbolo della chiamata divina che invita ogni fedele a partecipare attivamente alla vita della Chiesa.
In molte occasioni, le campane hanno svolto il ruolo di richiamo per la comunità, invitandola non solo alla partecipazione liturgica, ma anche a momenti di riflessione e preghiera nei momenti di difficoltà o in occasione di eventi straordinari. Il suono delle campane è un richiamo che attraversa il tempo e lo spazio, ricordando a tutti l’importanza di ritrovarsi insieme per condividere la fede e per vivere in comunione. Questo richiamo ha radici bibliche profonde e richiama il momento in cui Dio convocava il suo popolo nel deserto per ascoltare la sua Parola e rinnovare la sua alleanza.
Il campanile, quindi, non è solo un elemento architettonico, ma un vero e proprio strumento di evangelizzazione, capace di raggiungere anche chi è lontano dalla chiesa e dalla comunità cristiana. Ogni volta che il suono delle campane si diffonde nell’aria, è come se Dio stesso chiamasse i suoi figli a riunirsi, a ritrovare la strada verso di Lui e a riscoprire il senso profondo della loro appartenenza alla Chiesa.